Nel 2014 Autodesk presentò un nuovo progetto molto ambizioso: “La piattaforma Spark” con lo scopo di accelerare l’avvento della stampa 3D. Successivamente rilasciarono la Ember, una stampante 3D open source con tecnologia DLP.
STAMPA 3D: UN ECOSISTEMA UNICO OPEN
Il progetto si basa sull’idea di creare un ecosistema unico e vedere la stampa 3D come l’integrazione di piu’ elementi anzichè suddividerlo in parti separate senza connessione.
Gli elementi che formano Spark sono:
- DESIGN: Ovvero i progetti, prototipi che vogliamo realizzare
- HARDWARE: Ovvero i macchinari stessi che utilizziamo per creare i pezzi
- MATERIALI: Sono tutti i materiali in forma di filamento, resina, polvere ecc. che costituiscono la parte finale
- SOFTWARE: Ciò che trasforma il modello digitale in una serie di istruzioni e il software delle macchine stesse.
L’elemento fondamentale per lo sviluppo è l’ideologia OPEN SOURCE ovvero quella di poter condividere i progetti/prodotti in modo che altri possano svilupparli ulteriormente oppure integrarli nelle proprie soluzioni.
ANDREAS BASTIAN: UNO SCIENZIATO AUTODESK
Andreas è uno scienziato che si specializza sulla stampa 3D presso i laboratori Autodesk. Insieme ai suoi colleghi hanno portato avanti delle argomentazioni molto interessanti:
- “STIAMO PROGETTANDO PER TECNOLOGIE VECCHIE”: Quasi tutto quello che è stato stampato in 3D oggi è stato progettato per un metodo di produzione diverso. Come tutti i processi di produzioni ci sono vantaggi che vanno sfruttati e svantaggi che vanno evitati.
- “STIAMO ANCORA COSTRUENDO MACCHINARI DI PROTOTIPAZIONE”: Le stampanti 3D attuali sono molto generiche piuttosto che specializzate. Il risultato sono macchinari in grado di produrre qualsiasi cosa ma poche cose veramente bene ed in modo efficiente.
- “HARDWARE E SOFTWARE”: Sempre piu’ fondamentale è costruire stampanti 3D “smart” con numerosi sensori per poter controllare e gestire meglio il processo produttivo. Un esempio è la Autodesk Ember, che ha sensori che consentono di recuperare la stampa in caso di errore, migliorare l’affidabilità e consentire il monitoraggio da remoto.
E ORA?
Ora il progetto continua in silenzio ma sta cominciando a dare i primi risultati grazie a partner di prima classe che hanno scelto di fare parte dell’ecosistema come HP, Microsoft, Shapeways e Ultimaker.
Non ci resta che aspettare il 2016 e scoprire le nuove innovazioni che rivoluzioneranno il metodo di produzione additiva.